Pubblicato in Istruzione

GLI INSEGNANTI DEL DOMANI: UN PARADOSSO LUNGO MEZZO SECOLO

by Dott. Giovanni Valenti on04 Maggio 2015

“L’amaro in bocca” che fino qualche giorno addietro era avvertito da migliaia di speranzosi docenti, disillusi da un Ministero che non li riconosceva come tali, è stato provvidenzialmente spazzato via 

dalla quanto mai agognata pronuncia del Supremo Giudice Amministrativo, che con la sentenza n. 1937/2015 ha finalmente ridato coraggio a migliaia di lavoratori del settore scuola: da oggi i diplomati magistrali hanno trovato il loro “posto” nelle G.A.E.

Sebbene i toni possano sembrare vagamente eterei e frivoli, la vicenda ha davvero del paradossale: è la storia di (ormai non più) ragazzi che sul finire del secolo scorso si trovavano a frequentare, carichi di fiducia, un corso di studi di istruzione superiore, che per loro sarebbe stato il futuro, la chiave d’accesso ad un mondo che poteva essere il punto di svolta delle loro vite, il coronamento di un sogno, l’appagamento che solo una professione desiderata e raggiunta può dare. Ma, ahimè, in ogni favola c’è sempre un antagonista pronto a spazzare via i sogni degli eroi (solo così possiamo definire uomini e donne, futuri insegnanti, la cui voce, per anni, da tutti è stata soffocata dal peso delle irregolarità): il Ministero aveva deciso di cambiare le carte in tavola senza pensarci due volte.

La rabbia e lo stupore hanno fatto da cornice in questi anni negli animi di tutti quei neo-diplomati che, dalla notte al dì, si son visti portare via il sogno di una vita: il titolo di studio faticosamente raggiunto aveva smesso all’improvviso di avere il proprio valore abilitante. Peggio che mai, senza un supporto normativo adeguato alla decisione del MIUR.

Ebbene sì, perché qui le leggi (che confermano il valore abilitante del diploma) ci sono, e sono pure chiare. Dopo un decennio di buio e una vera e propria caccia alle streghe nei confronti di docenti e sigle sindacali che – a dirla tutta, sporadicamente e con poca convinzione -tornavano ciclicamente a parlare del valore abilitante del titolo, nel 2011, viene alla ribalta una singolare associazione. ADIDA si fanno chiamare: Associazione docenti invisibili da abilitare. Sostengono, a destra e a manca, che quel diploma è abilitante e che hanno una nota dell’allora ministro Berlinguer che lo afferma. Partono centinaia di ricorsi che, con i loro tempi, invadono T.A.R. e Consiglio di Stato. Dal 2011 al 2013 rimangono invisibili, almeno agli occhi dei più, affermandosi con battaglie giudiziarie sul T.F.A. e sul concorsone, ma nulla che passi alla storia, se non per quei migliaia di ricorrenti (è loro la vittoria al Consiglio di Stato sul concorsone che ha sbugiardato il MIUR circa la possibilità di parteciparvi anche con una laurea ottenuta dopo la data indicata dal bando).

Uno di questi ricorsi, proposto dagli Avvocati Michele Bonetti e Santi Delia, a difesa di 221 docenti coglie il bersaglio grosso e, nel 2013, il Consiglio di Stato gli dà ragione: quel titolo è abilitante e quei docenti vanno ammessi in II fascia di Istituto (perché anche a questo, e non alle GAE, mirava quell’azione). Il MIUR fiuta il disastro e, per evitare il contenzioso, estende la decisione dei “221 eroi” a tutti i titolari di diploma magistrale. In 55.000 avranno diritto di essere ammessi in II fascia delle G.I.

Ma perché hanno avuto ragione questi docenti e i loro legali.

E’ notorio che l’istruzione magistrale aveva il fine di “preparare gli insegnanti delle scuole elementari” (R.D. 1054/23, art. 53).

Il valore abilitante era ulteriormente riconosciuto dall’ art. 197 del D.L. 297/94 alla lettera del quale: “il titolo conseguito nell’esame di maturità a conclusione di corsi di studio dell’istituto tecnico e dell’istituto magistrale abilita, rispettivamente, all’esercizio della professione ed all’insegnamento nella scuola elementare; restano ferme le particolari disposizioni recate da leggi speciali.

Con il D.M. 10 marzo 1997 si affermava che “i titoli di studio conseguiti al termine dei corsi triennali e quinquennali sperimentali di scuola magistrale e dei corsi quadriennali e quinquennali sperimentali dell’istituto magistrale, iniziati entro l’anno scolastico 1997/98, o comunque conseguiti entro l’a.s. 2001/2002, consentano in via permanente l’attuale valore legale”. In altre parole i diplomi di maturità magistrale conseguiti entro l’anno 2002 conservano, in via permanente, valore abilitante.

Nonostante ciò si dava la possibilità di essere inseriti in graduatoria ad esaurimento solo a coloro i quali erano in possesso di titoli abilitanti, dal novero dei quali era stato escluso il diploma magistrale.

Che fine aveva fatto dunque il valore abilitante di questo titolo?

Nei fatti era svanito nel nulla.

Non aveva alcun senso essere in possesso di un diploma che sulla “carta” era idoneo all’inserimento nel mondo del lavoro nel settore scuola, ma nei fatti non veniva data la possibilità di spenderlo.

Come avrebbero dovuto insegnare i nostri “ragazzi” che nel 1997 iniziavano il loro percorso di studi, atteso che non era data nessuna possibilità di inserimento nell’unico dei due canali, grazie ai quali è possibile accedere all’insegnamento, ossia prima in G.P. e poi in G.A.E.?

Ed ecco allora plotoni di neo-diplomati in crisi, costretti a rincorrere la chimera del posto di lavoro nel settore scuola, darsi da fare nel tentativo di conseguire un ulteriore titolo di studio che potesse, quantomeno, tamponare gli effetti devastanti di una simile scelta scellerata.

Ma la buona volontà, a volte, non basta. Era il caso di agire.

Ci son voluti parecchi anni, fiumi di inchiostro e dibattiti in aula per dar voce e contezza al sacrosanto diritto dei nostri insegnanti.

Finalmente arrivò la prima attesa pronuncia da parte della sezione consultiva del Consiglio di Stato: i D.M. che escludevano valore abilitante ai diplomi magistrale e che non consentivano l’inserimento in graduatoria, sono stati ritenuti illegittimi e annullati.

Si era davvero pronti a brindare a questa enorme vittoria; i calici non aspettavano altro che essere ricolmati dell’inebriante sapore di una conquista senza precedenti.

I segnali positivi arrivavano anche dal ministero, dagli organi del potere:un susseguirsi di atti ministeriali e presidenziali davano chiari sintomi di apertura nei confronti dei diplomati magistrali.

Ma anche nella più accecante delle luci si nascondono le tenebre.

Gli entusiasmi erano ancora una volta destinati ad essere smorzati.

Una vittoria spazzata via da provvedimenti che, nei fatti, poco o nulla cambiavano per i nostri insegnanti: dalla III alla II fascia delle G.I., ma niente G.A.E. e nessuna possibilità di accedere al posto di ruolo.

Ancora una volta, oltre il danno la beffa: nei DD.MM. di aggiornamento delle G.A.E. non c’è posto per i nostri “ritrovati” titoli abilitanti.

Infatti con il decreto ministeriale 235/2014 il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha disposto l’aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento per i personale docente ed educativo della scuola, per il triennio 2014-2017 senza, tuttavia, concedere la possibilità di inserimento in tali graduatorie dei docenti muniti di diploma magistrale.

Tutti pensavano che, a seguito della pronuncia del Consiglio di Stato, con il quale veniva annullato il D.M. che non consentiva tale inserimento ai diplomati magistrali, il Ministero avrebbe riconosciuto validità abilitante a tutti i diplomi conseguiti entro l’anno 2001/2002;  tuttavia, fatti i giuochi, il risultato è stato quello di avere un provvedimento che ha inserito i docenti diplomati magistrale esclusivamente nelle graduatorie di istituto.

Ancora una volta tutto da riscrivere, tutto da rifare.

Ma si sa, la fortuna aiuta gli audaci.

Si trattava di prendere ancora una volta in mano le sorti di migliaia di - ormai - disillusi insegnanti e cercare di lavorare per loro, notte e giorno, senza sosta, per far sì che tutti i loro sforzi non risultassero vani.

Si trattava di far collocare gli insegnanti nel posto che spettava loro, con il punteggio che da sempre appartiene loro e che nessuno, per mera “svista”, doveva permettersi di portar loro via.

I primi ad ottenere l’ammissione in G.A.E., stavolta, non furono pochi pionieri ma un vero fiume. Al di là di qualche ricorso singolo pilota, dopo l’ennesima sconfitta al TAR, in 3000 vennero ammessi in G.A.E. dal Consiglio di Stato proprio mentre il Governo Renzi presentava con colorate slide la “Buona scuola”.

In quella conferenza stampa, impostata sul filo dei numeri delle assunzioni, calò il gelo quando un giornalista impertinente chiese se avessero fatto i calcoli con i diplomati magistrale i cui primi 3.000, poche ore prima, erano stati ammessi dal Consiglio di Stato in G.A.E. “Verificheremo”, disse il Premier, in aiuto ad un Ministro colto alla sprovvista.

Da un provvedimento cautelare ad uno definitivo: l’ultimo in commento. La pretesa all’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento ha trovato oggi, finalmente, il riconoscimento che gli spetta: i docenti in possesso del diploma abilitante hanno diritto all’“inserimento in terza fascia delle medesime graduatorie, la stessa fascia in cui gli attuali appellanti avrebbero dovuto essere inseriti qualora il titolo abilitante fosse stato loro riconosciuto in precedenza dal Ministero, il quale anche dopo il riconoscimento, ha però singolarmente continuato a non riconoscerlo per l’iscrizione in tali graduatorie, e lo ha riconosciuto soltanto ai fini dell’iscrizione nelle graduatore d’istituto, valide per il conferimento delle supplenze brevi e non per l’assunzione a tempo indeterminato”.

“I criteri fissati dal decreto ministeriale n. 235/2014, nella parte in cui hanno precluso ai docenti muniti del diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002, l’inserimento nelle graduatorie provinciali permanenti ora ad esaurimento, sono illegittimi e vanno annullati.

Sembra quindi arrivato il lieto fine per questi coraggiosi insegnanti del domani, che da oggi potranno finalmente vedersi collocati nel posto che spetta loro.

Ultima modifica il 06 Maggio 2015