Social network e sostituzione di persona. Riflessioni a margine della pronuncia della Suprema Corte n. 25774 del 16 giugno 2014
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1.Il caso

Con sentenza n. 25774 del 16 giugno 2014, la V Sezione penale della Corte di Cassazione ha definitivamente condannato per il delitto di sostituzione di persona di cui all’art. 494 c.p. un soggetto che, avendo creato su un social network un falso account utilizzando il nome e l’immagine di un’altra persona, del tutto ignara dell’accaduto ed ascrivendo alla stessa una descrizione degradante, comunicava con gli altri utenti evidentemente inducendoli in errore sull’identità del loro interlocutore.

I reati omissivi e le posizioni di garanzia: intervista a Giorgia Crea, avvocato penalista presso il Foro di Enna
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I reati omissivi propri e soprattutto i reati omissivi impropri costituiscono da sempre un aspetto critico del nostro ordinamento, costantemente in bilico tra la tipizzazione dei reati, adoperata per l’individuazione di quelli omissivi propri, e l’ampio margine concesso alla discrezionalità del giudice nell’individuazione di quelli omissivi impropri mediante la clausola contenuta nel secondo comma dell’art. 40 c.p.